Al termine della glaciazione di Wurm, circa 35.000 anni orsono, gli uomini del Cro-Magnon cacciavano nell’area oggi nota come la regione sud-ovest della Francia.
Le pitture rupestri eseguite da tali cacciatori esistono ancora oggi nei siti archeologici di Lascaux e Peche Merle.
Questi graffiti, che raffigurano spesso uomini in battuta di caccia ai cavalli primordiali, in azione contro le loro prede preferite, provano che il colore bianco maculato non è apparso con la domesticazione del cavallo (come supposto in precedenza), ma appartiene ai colori primitivi degli equini selvatici. Molto probabilmente si trattava di un mezzo di camuffamento per animali che vivevano sulle montagne spesso innevate, molto vicini al ghiaccio, come il leopardo delle nevi, l’ermellino e l’orso polare.
Non appena il ghiaccio si sciolse, questo specifico camuffamento non fu più necessario, di conseguenza altre razze, con altri colori, s’introdussero e si mischiarono a quelle esistenti.
Quando il cavallo venne addomesticato, diverse migliaia di anni più tardi, i codici genetici per le macchie, ancora presenti, rafforzatisi attraverso accoppiamenti selettivi, risultarono diffusi ormai in tutto il mondo.
In paesi come la Cina, la Persia e l’Europa, i cavalli macchiati difficilmente potevano risalire ad epoche ancora precedenti l’età preistorica; questo vale anche per la Danimarca, dalla quale inizia la storia del Knabstrupper.